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Regno Unito fuori dall’Europa: conseguenze della Brexit

Il Regno Unito fuori dall’Europa ufficialmente. Quali sono le conseguenze della Brexit? Ecco le ultime Brexit news.

La Brexit cos’è e cosa vuol dire Brexit? È il nome con cui viene indicata l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, avvenuta ufficialmente il 31 gennaio 2020.

Ecco quindi qual è della Brexit la data esatta.

Questa procedura del Regno Unito fuori dall’Europa e dell’uscita dell’Inghilterra dall’Europa, denominata appunto “Brexit”, è iniziata il 23 giugno 2016 quando il Regno Unito ha votato, tramite un referendum democratico, per lasciare l’UE.

Ma quali sono i motivi della Brexit?

I residenti della Gran Bretagna hanno deciso che i benefici dell’appartenenza all’organismo monetario unificato non superavano più i costi della libera circolazione dell’immigrazione.

Il voto è stato di 17,4 milioni a favore della dimissione contro i 15,1 milioni che hanno votato per rimanere all’interno dell’Unione Europea.

Il 29 marzo 2017, l’ex primo ministro britannico Theresa May ha presentato la notifica di ritiro dell’articolo 50 all’UE; il 24 luglio 2019 Boris Johnson ha sostituito Theresa May come primo ministro del Regno Unito.

Il partito conservatore di Johnson ha raggiunto la maggioranza durante le elezioni generali con mandato reale del 12 dicembre 2019.

Conseguenze della Brexit per il Regno Unito

Il Regno Unito sembra aver già percepito l’effetto della Brexit, nonostante sia entrata in vigore da pochissimi giorni.

Dopo la Gran Bretagna fuori dall’UE, l’economia del Paese sembra, infatti, aver rallentato, tanto che molte aziende hanno deciso di spostare il proprio quartier generale in un’altra nazione dell’UE.

La Brexit ha già depresso la crescita economica anche della capitale, Londra.

Nella City, il centro finanziario del Regno Unito la crescita è stata solamente dell’1,4% nel 2018 ed è stata vicina allo zero nel 2019, questo anche a causa dei ridotti investimenti delle imprese che sono scesi dell’11%.

Le compagnie internazionali come Goldman Sachs, JP Morgan e Morgan Stanly non userebbero più Londra come sede europea delle loro società, tanto che molte di queste aziende hanno già cambiato il 10% dei loro dirigenti per l’Europa.

Bank of America, ad esempio, ha trasferito 100 banchieri nel suo ufficio di Dublino e 400 a Parigi.

Il più grande svantaggio come risultato della Brexit è il possibile danno alla crescita economica del Regno Unito.

Gran parte di ciò è dovuto all’incertezza che circonda il risultato finale.

L’incertezza sul Regno Unito fuori dall’Europa ha rallentato la crescita del Regno Unito dal 2,4% nel 2015 all’1,5% nel 2018. Il governo del Regno Unito ha stimato che la Brexit avrebbe abbassato la crescita del Paese del 6,7% in 15 anni.

La sterlina britannica è scesa da $ 1,48 il giorno del referendum a $ 1,36 il giorno successivo. Ciò aiuta le esportazioni ma aumenta i prezzi delle importazioni.

La sterlina può rafforzarsi una volta approvato un accordo, a seconda delle condizioni commerciali.

La situazione del Regno Unito fuori dall’Europa, come effetti della Brexit, eliminerebbe lo status commerciale esente da dazi della Gran Bretagna con gli altri membri dell’UE.

Le tariffe, dunque, aumenterebbero il costo delle esportazioni. Ciò danneggerebbe gli esportatori britannici poiché i loro beni diventeranno più costosi in Europa.

Le tariffe aumenterebbero anche i prezzi delle importazioni nel Regno Unito; tale aumento creerebbe di fatto un innalzamento dei livelli di inflazione e ridurrebbe il tenore di vita per i residenti nel Regno Unito che avrebbero minor potere di acquisto.

La Gran Bretagna, inoltre, perderebbe i vantaggi delle tecnologie all’avanguardia che l’UE concede ai suoi membri in materia di protezione ambientale, di ricerca e sviluppo.

Le società localizzate nel Regno Unito potrebbero perdere la possibilità di fare offerte per appalti pubblici in qualsiasi paese dell’UE che sono aperti agli offerenti di qualsiasi Paese membro.

La perdita più significativa per una città come Londra sarebbe nel settore dei servizi, in particolare in quello bancario i cui praticanti perderebbero la capacità di operare in tutti i paesi membri.

Il Regno Unito fuori dall’Europa danneggerebbe anche i giovani lavoratori britannici; già oggi i datori di lavoro hanno difficoltà a trovare i candidati per via del fatto che il numero di lavoratori nati nell’UE è diminuito del 95% solo nel 2017.

Ciò ha colpito maggiormente le professioni scarsamente qualificate e di media competenza che, spesso, si appoggiavano a manodopera estera.

I 3 milioni di cittadini europei che già vivono e svolgono un’attività nel Regno Unito continueranno a vivere e lavorare nel Paese senza necessità di richiedere visti particolari, così come gli 1,3 milioni di cittadini del Regno Unito che lavorano in uno dei Paesi della UE.

Per il futuro, il Regno Unito fuori dall’Europa ha proposto un sistema di immigrazione basato sulle competenze specifiche dei lavoratori per limitare il fenomeno dell’immigrazione dai Paesi europei ed extraeuropei.

Gli effetti della Brexit in Irlanda e in Scozia

Qual è quindi la situazione della Brexit?

L’accordo di Johnson è molto simile a quello negoziato da Theresa May il 3 maggio. Una differenza principale è che il Regno Unito non sarebbe più in una “unione doganale” con l’UE.

Sebbene l’Irlanda del Nord faccia parte del Regno Unito, a questa nazione sarebbe consentito di adottare le norme doganali dell’UE in linea con la Repubblica d’Irlanda, un membro dell’UE.

Ciò significa che ci sarà un confine doganale e regolamentare tra la Gran Bretagna e l’Irlanda del Nord.

La Scozia, in occasione del già citato referendum Gran Bretagna-Europa, ha votato contro la Brexit; questo ha messo il Governo Inglese nella condizione di promuovere un ulteriore referendum.

Per lasciare il Regno Unito, la Scozia dovrebbe indire un referendum sull’indipendenza e richiedere l’adesione alla UE come membro a sé stante.

Brexit e la necessità di un accordo con l’Europa

L’UE e il Regno Unito fuori dall’Europa negozieranno un accordo commerciale che probabilmente imporrà tariffe sulle importazioni reciproche (eccezion fatta per i beni già acquistati o in corso di elaborazione).

L’UE e il Regno Unito devono negoziare questi accordi commerciali entro il 26 novembre per essere approvati dal Parlamento nel 2020; in caso ciò non avvenisse, il Regno Unito sarebbe costretto a richiedere un’estensione dall’UE.

Se un accordo commerciale non viene completato in tempo, il Regno Unito fuori dall’Europa tornerà alle stesse tariffe con l’UE degli altri membri dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Un nuovo accordo commerciale tra Regno Unito ed Unione Europea potrebbe aumentare le tariffe di importazione ed esportazione e causare una crescita dell’inflazione.

Anche i costi degli spostamenti e delle comunicazioni potrebbero aumentare.

C’è anche da sottolineare il fatto che questo “divorzio” tra il Regno Unito e l’Europa, con l’uscita del Regno Unito dall’UE, costerà al governo inglese 33 miliardi di sterline per adempiere a tutti gli impegni finanziari rimanenti.

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