Film, serie tv e romanzi a volte hanno mostrato situazioni in cui le coppie vivono un momento di difficoltà dato dal sospetto di una relazione extraconiugale del partner, la quale compromette inevitabilmente l’equilibrio tra i coniugi. Tali testi presentano le medesime situazioni in cui il partner sospettoso indaga in autonomia sul comportamento dell’altro controllando il telefono, seguendolo nei suoi spostamenti, chiedendo informazioni ai conoscenti e altro ancora. Tutto questo però, nella realtà, incappa in quella che viene definita dall’articolo 15 comma 1 del Dlgs n.196 del 2003 violazione della privacy, da cui segue una serie di provvedimenti a carico del violatore. Un modo molto più funzionale e legale risiede invece nella presa in carico dell’attività professionale svolta da un investigatore privato.
Chi può essere definito investigatore privato?
Il professionista è colui o colei che, ai sensi dell’articolo 134 del TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), possiede la licenza idonea allo svolgimento di attività di vigilanza o tutela di beni immobiliari e non, con la possibilità di svolgere indagini e raccogliere informazioni per terzi.
In questo contesto rientrano anche gli investigatori privati che, tramite l’autorizzazione loro concessa, posso seguire i soggetti designati per l’indagine, scattare foto, elaborare video costruendo così prove riconosciute nei luoghi di giustizia (tribunali). Per saperne di più sull’argomento è possibile consultare il sito www.investigatore-abruzzo.it.
Cosa fa l’investigatore privato?
Il raggio di azione di un investigatore privato è molto ampio, si passa infatti dalla raccolta di informazioni in ambito personale; in ambito economico, il classico caso dello spionaggio industriale; in ambito informatico soprattutto legato alla sicurezza, manomissione di dati, informazioni e sistemi informatici; ma anche in ambito strettamente familiare come nel caso specifico dell’infedeltà coniugale.
L’inizio di un’indagine conta di un elemento imprescindibile: le fonti da cui derivano le informazioni. Tali elementi non sono rintracciabili solo in oggetti particolari, tracce lasciate in internet, tabulati telefonici, saldo delle carte di credito o beni posseduti, piuttosto il vero punto di congiunzione di una strategia investigativa è la persona.
Da questa si districa tutta la rete di correlazioni tra soggetti ed oggetti, soggetti e luoghi, soggetti e spostamenti, soggetti ed azioni, soggetti e soggetti che vanno a formulare un percorso ed una linea il più possibile coerente allo svelare la verità.
L’attività posta in essere dal professionista designato per tale scopo, dunque, è ricco di tempo dedicato ai soggetti, il tutto dietro un compenso che varia al variare dell’orario, del luogo e degli eventuali spostamenti previsti.
Infedeltà coniugale: il ruolo dell’investigatore
Il caso dell’infedeltà coniugale è uno dei più diffusi tra i professionisti del settore e, nonostante si possa pensare che sia solamente un capriccio di gelosia, l’attività investigativa in tale ambito chiarisce la posizione dei soggetti coinvolti in caso di separazione in vista di:
- attribuzione spese di mantenimento
- affidamento dei figli
- tutela del patrimonio
- tutela della salute familiare
L’investigatore deve innanzitutto prendere atto del fatto raccontato dal cliente che lo ingaggia, con il quale stilerà un percorso funzionale alla finalità dell’indagine ed il costo del lavoro, ma in seguito dovrà verificarne la veridicità effettiva. La raccolta di materiale (foto, video, testimonianze, dati) deve essere poi analizzata e redatta all’interno di un fascicolo in modo da costituire una prova, la quale avrà effettiva rilevanza giuridica anche a seguito della testimonianza riportata dal professionista stesso.